Annamaria Franzoni è una figura controversa nella cronaca nera italiana, nota principalmente per il caso dell'omicidio del figlio Samuele Lorenzi, avvenuto a Cogne il 30 gennaio 2002.
Franzoni fu inizialmente condannata in primo grado per omicidio volontario con dolo d'impeto a 30 anni di reclusione. La sentenza fu poi confermata in appello e definitivamente dalla Corte di Cassazione nel 2008. Il processo e le indagini sul caso ebbero un'ampia risonanza mediatica, scatenando un forte dibattito pubblico sulla colpevolezza o innocenza dell'imputata e sulle prove a suo carico.
Aspetti importanti del caso riguardano la scena del crimine, l'assenza di un movente chiaro, le macchie di sangue ritrovate e le testimonianze contraddittorie. La difesa di Franzoni ha sempre sostenuto l'innocenza dell'imputata, parlando di un tragico incidente o dell'azione di un terzo.
Dopo aver scontato parte della pena in carcere, Annamaria Franzoni ha ottenuto la detenzione domiciliare e successivamente la libertà condizionale.
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